I diari sono frammenti di vita passata. Ma in essi lo scrivere è rivivere. Nel frammento si coglie la misteriosa vibrazione della totalità. Sono anche memoria dell'antefatto che aiuta a comprendere il presente e a progettare, eventualmente, l'avvenire. Per i giovani di oggi, così schiacciati sull'immediato, può riuscire utile uno sguardo sul mondo di ieri che sembra ormai favolosamente lontano mentre bussa ogni giorno alla porta della coscienza, porta con sé il mito delle origini, l'infanzia, il tempo senza tempo, l'archetipo sovrastante. Non siamo nulla in senso assoluto. Siamo solo ciò che siamo stati. Più precisamente: ciò che ricordiamo di essere stati.
Discutono il volume con l’autore Enrica Amaturo (Direttrice del Dipartimento di Scienze Sociali, Università di Napoli Federico II), Maria Immacolata Macioti (Sapienza Università di Roma), Enrica Morlicchio (Università di Napoli Federico II) e Francesco Pirone (Università di Napoli Federico II).
Franco Ferrarotti, vincitore nel 1960 del primo concorso bandito per la sociologia nel sistema universitario italiano, è oggi professore emerito alla Sapienza Università di Roma. È stato ideatore, con Nicola Abbagnano, dei «Quaderni di sociologia» nel 1951 e direttore dalla fondazione nel 1967 della rivista «La critica sociologica». Tra i fondatori del «Consiglio dei Comuni d’Europa» nel 1949 a Ginevra, è stato responsabile dei «Facteurs sociaux» dell’OCSE a Parigi e deputato indipendente al Parlamento italiano per la III Legislatura (1958-1963). Nominato «Directeur d’études» alla Maison des Sciences de l’Homme a Parigi nel 1978, è stato insignito del Premio per la Carriera dall’accademia Nazionale dei Lincei nel 2001 e nominato Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica dal Presidente Ciampi nel 2005. Ha tenuto corsi e condotto ricerche presso numerose università straniere, specialmente europee e nordamericane. Molte sue pubblicazioni sono tradotte all’estero.
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