Libro. Da qualche settimana è disponibile il nuovo libro di Luc Boltanski et Arnaud Esquerre, Enrichissement. Une critique de la marchandise (Gallimard, Paris, 2017), che presenta i risultati di una ricerca originale sul funzionamento attuale delle economie dei paesi dell'Europa occidentale.
Luc Boltanski è studioso noto a livello internazionale che non richiede presentazioni. Arnaud Esquerre, sociologo, è ricercatore al CNRS e associato al Groupe de Sociologie Politique et Morale, fondato e diretto proprio da Boltanski. Esquerre si è occupato di fenomeni sociali molto particolari e ha pubblicato ricerche sulle sette e la manipolazione mentale, sulla politica relativa alle spoglie dei defunti, sull'astrologia e la predizione, sugli eventi extraterresti. I due autori collabora strettamente da qualche anno e, insieme, sono già conosciuti in Italia per la recente traduzione del pamphlet politico Verso l'estremo. Estensione del dominio della destra (Mimesis, 2017), pubblicato in francese nel 2014 (Dehors éditions), dedicato all'analisi della crescita del consenso di formazioni politiche di destra, nazionaliste, xenofobe e populiste.
In questo volume, invece, Boltanski e Esquerre si focalizzano sui cambiamenti dei modi di creare la ricchezza nei paesi dell'Europa occidentale a partire dall'ultimo quarto del XX secolo ad oggi. Si tratta, idealmente, dell'estensione dell'analisi condotta nell'ormai classico lavoro di Boltanski e Ève Chiapello Il nuovo spirito del capitalismo, pubblicato nel 1999.
Nelle economie dei paesi dell'Europa occidentale, mentre si registra una deindustrializzazione e la delocalizzazione delle attività manifatturiere nei paesi a basso costo del lavoro, si osserva un lento processo centrato sullo sfruttamento di risorse, già esistenti, che assumono una crescente rilevanza economica. Questo cambiamento del capitalismo "occidentale" viene osservato accostando tra loro ambiti economici che sono generalmente considerati separati: le arti, la cultura, il commercio di oggetti antichi, i musei, l'industria del lusso, l'artigianato artistico, la patrimonializzazione, il turismo. Una volta ricollegati insieme questi ambiti, i due autori riescono con più chiarezza a mostrare la loro interazione costante e il comune modo di produrre profitto, basato sullo sfruttamento del passato (reale o immaginato). Un esempio è la logica della collezione e del collezionismo.
Da qui la concettualizzazione della economia dell'arricchimento, giocando sull'ambivalenza del termine: accrescere la ricchezza e fare crescere di valore di una merce attraverso elementi aggiuntivi. Si tratta di un'economia in cui si riduce il valore della produzione di cose nuove, mentre aumenta il valore delle attività che "arricchiscono" le cose già esistenti, in particolare delle cose che sono in origine destinate ai ricchi e che per i ricchi rappresentano una fonte di arricchimento attraverso la loro commercializzazione. In questa prospettiva, vengono riconsiderati i meccanismi di differenziazione e di produzione delle diseguaglianze sociali, con una lettura più attenta della rendita.
Da questo punto si apre una nuova critica della merce - con la ripresa del dibattito francese degli anni Settanta su merce, consumo ed economia dei beni simbolici - cioè di tutte quelle cose a cui si applica un prezzo quando vengono scambiate e/o quando vengono modificate, spostando l'attenzione dalla produzione al commercio, alle forme di creazione di valore. Si tratta di forme nuove, differenti da quelle dell'economia industriale, che a questa si affiancano. Un emblema dell'economia dell'arricchimento riconosciuto dai due autori è il Lingotto di Torino, storica fabbrica automobilistica convertita a centro che ospita servizi, commercio ed attività artistico-culturale.
Due questioni teoriche si aprono immediatamente con questa ricerca: la prima riguarda la relazione tra l'oggetto, il valore e il suo prezzo e sui modi per valutare tale relazione; la seconda si riferisce, invece, ai modi capitalistici di ottenere il prezzo per massimizzare il profitto. Due questioni che pongono le basi per analizzare la struttura della merce e i differenti modi di creare valore, considerando, però, allo stesso tempo i modi e le competenze con cui le persone riconoscono il valore di una merce e giudicano il suo prezzo.
Un testo di grande rilevanza per la prospettiva originale che offre per l'interpretazione delle economie occidentali contemporanee e, d'altra parte, anche per il contributo al dibattito teorico sullo structuralisme pragmatique.
Si veda anche:
Luc Boltanski and Arnaud Esquerre in conversation with Fabian Muniesa, Grappling with the Economy of Enrichment, Valuation Studies 3(1) 2015: 75–83.
Luc Boltanski and Arnaud Esquerre, The Economic Life of Things, New Left Review, 98, 2016: 31-54.
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