Decommissioning. La storia del nucleare in Italia comincia negli anni Cinquanta quando la ricerca pubblica si propone di acquisire e diffondere conoscenze scientifiche sulle applicazioni pacifiche dell’energia nucleare, come si può legge sinteticamente nel sito dell’Enea. Molto suggestivo è il film-documentario sulla prima centrale nucleare italiana: “Latina: dall'uranio all'energia elettrica” (Archivio Nazionale Cinema d'Impresa). A seguito dell’incidente di Chernobyl (1986) e dei risultati dei tre referendum popolari del 1987 l’Italia abbandona la produzione di energia attraverso il nucleare e avvia la decommissioning delle centrali. Il più recente dibattito sulla reintroduzione dell'energia nucleare si è chiuso con il referendum abrogativo del 2011, che ha abrogato le normative per l'ambito nucleare da elettroproduzione. Le centrali elettronucleari in Italia sono quattro: la “Enrico Fermi” di Trino (VC), Caorso (PC), Latina, Garigliano (oltre un’altra chiusa in fase di costruzione in provincia di Viterbo). Oltre alle centrali ci sono i depositi delle scorie e i laboratori e centri di ricerca sul nucleare. L’attività di decommissioning delle centrali nucleari è gestita dalla società pubblica Sogin che si occupa anche del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi. Il combustibile esaurito è stato finora trasportato e “riprocessato” all’estero (resta ancora in loco una quota); mentre i rifiuti radioattivi sono stati messi in depositi temporanei, in attesa della realizzazione del Deposito nazionale, oggetto di dure contestazioni ambientaliste e di conflitti istituzionali-territoriali (video istituzionale). L’attività di decommissioning è minotarata attraverso l’Osservatorio Chiusura Ciclo Nucleare (CCN). Intanto la Sogin ha organizzato un “Open Gate" Il 16 e 17 maggio: le centrali nucleari in decommissiong aprono le porte ai cittadini! Nel comunicato stampo ha attirato la mia attenzione questo passaggio:
«L’iniziativa prevede due differenti percorsi di visita per le centrali di Caorso, Garigliano e Trino: "zona controllata" e "zona non controllata". Per la centrale di Latina è programmato un unico percorso, "zona non controllata". La "zona controllata" all'interno di un impianto nucleare è un ambiente di lavoro delimitato il cui accesso, per motivi di protezione dalle radiazioni ionizzanti, è segnalato e regolamentato da specifiche procedure ed è vietato ai minori, a differenza della zona non controllata alla quale possono accedere anche i bambini da sei anni in su.»
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