Le rappresentazioni mediatiche del calciatore:
i casi di Balotelli e Neymar durante il FIFA World Cup 2014
Il calcio come sport professionistico è oggetto di studio di molti scienziati sociali che cercano di analizzarlo attraverso molti temi che diventano anche tematiche per le agende politiche. La disciplina sociologica non può esimersi dallo studiare e analizzare lo sport calcistico perché fa parte della realtà che la stessa sociologia studia e che dalla quale non può mostrarsi indifferente. Il calcio è un “fatto sociale” ed è studiato da differenti punti di vista: economico, politico e culturale.
Questo contesto sociale è solo in parte percepito dalle persone che investono, in esso, le loro passioni e i loro sentimenti oppure ne fanno semplicemente un hobby. Tuttavia, a tale contesto sociale, partecipiamo e contribuiamo attraverso le nostre azioni.
Nello specifico la ricerca prende in considerazione il processo di costruzione e di trasmissione delle rappresentazioni mediatiche dei calciatori, ricerca che è stata condotta sulla base di alcuni principi fondamentali derivanti dalla psicologia di Moscovici e successivamente elaborati da un punto di vista prettamente sociologico con l’apporto di alcune importanti teorie come quella delle “rappresentazioni collettive” (Durkheim, 1895).
Quella del calcio è una realtà che presenta molti elementi da considerare in rapporto con le rappresentazioni nei mass media, che riguardano soggetti che vivono direttamente la realtà calcistica e le persone che indirettamente aderiscono a quest’ultima per la sua realizzazione. Una realtà di cui le persone parlano e che coinvolge numerosi gruppi di individui (pensiamo per esempio alle tifoserie organizzate) comportando implicazioni di identificazioni della vita del gruppo stesso. Inoltre un oggetto d’analisi cosi ampio, com’è il calcio, è un concetto che appartiene al “senso comune” (Moscovici, 1961), attorno al quale si sviluppano immagini che accolgono consensi.
Uno degli obiettivi posti in essere da questo elaborato è proprio quello di definire quale immagine si possa avere dei calciatori definendone, dunque, i tratti distintivi entro i quali si creano delle rappresentazioni mediatiche ovvero condivise da una collettività.
Nel dettaglio si è scelto di rilevare le rappresentazioni mediatiche di due calciatori sviluppando un’analisi comparativa effettuata su uno dei quotidiani italiani più importanti: «Corriere dello Sport». La scelta di affidarmi ad un materiale empirico online è stata mirata poiché come sarà spiegato precisamente nella parte metodologica, i giornali (nel nostro caso online) sono considerati al giorno d’oggi gli strumenti di comunicazione più diffusi. Consultare un giornale implica di fatto entrare in contatto con le rappresentazioni sociali di chi scrive e riporta notizie: in questo elaborato ho voluto effettuare un lavoro di questo genere, visualizzando il modo in cui i protagonisti di uno sport cosi di ampia portata, vengono descritti e rappresentati dai media, attraverso procedure d’analisi che contribuiscono ad accentuarne le caratteristiche.
Per tale motivo si parlerà in tutto il lavoro di “rappresentazioni mediatiche” per sottolineare come in sostanza si creino degli stereotipi condivisi dei giocatori. Nel contempo lo scopo dell’analisi comparativa è anche quello di sottolineare le eventuali analogie nonché le differenze che emergono nel quotidiano e che toccano stili di vita, credenze e valori di chi svolge la professione del calciatore.
Questo elaborato si distribuisce in tre capitoli: nel primo sono esposte le principali teorie psico-sociali su cui l’analisi poggia come la teoria delle rappresentazioni collettive di Durkheim nella quale l’autore sostiene che i “fatti sociali” sono esterni dalle coscienze soggettive poiché sono il risultato di una cooperazione tra individui. La collettività delle rappresentazioni consiste in alcune peculiarità come la loro origine, il loro riferimento alla società e per il fatto di essere comuni a tutti i membri della società: questo concetto è utile per spiegare i comportamenti sociali. Moscovici nella sua teoria delle rappresentazioni sociali afferma, invece, che sono le rappresentazioni a dover essere interpretate in quanto fenomeni interni alla vita sociale. Uno dei concetti maggiormente trattati da Moscovici è quello relativo al senso comune.
Il secondo capitolo tratta dell’approccio metodologico utilizzato per conseguire all’analisi di questo elaborato che si configura come un tipo di ricerca descrittiva e comparativa, poiché si propone di analizzare le rappresentazioni mediatiche del calciatore. Utilizzando dei concetti sociologici orientativi l’obiettivo di ricerca è quello di fornire una teorizzazione finale osservando la realtà sociale attraverso l’ausilio dei mezzi di comunicazione, ormai patrimonio scientifico della ricerca sociale (Corbetta, 1999).
Nel terzo capitolo parlo di come si costituisce l’abilità professionale del calciatore e di come il professionismo nel calcio abbia trasformato questa attività in un lavoro contrattualizzato trattando il calciatore come un lavoratore dipendente, secondo i principi di scambio di mercato che mercificano questa attività (Polanyi, 1974). Troverà spazio, inoltre, l’esposizione degli estratti ricavati dagli articoli visionati per cercare di costruire un discorso atto a sostenere se i mezzi di comunicazione costruiscono delle rappresentazioni dei calciatori da noi analizzati e soprattutto come i media li rappresentino, confrontando i dati ottenuti dall’esercizio di rilevazione.
Chiude il lavoro, una parte conclusiva dedicata a delle considerazioni in merito alle rappresentazioni mediatiche dei calciatori per comprendere quali siano le immagini più trasmesse dai mezzi di comunicazione di massa e se ciò avvenga attraverso l’utilizzo di un particolare linguaggio che appartiene al senso comune o se invece se ne discosti: i mass media esercitano qualche tipo di influenza sulla nostra società per la costruzione di determinati stereotipi?
Riferimenti
Durkheim E., (1895), “Revue de Métaphysique et de Morale”, in Galli I., Cinquant’anni di rappresentazioni sociali. Bilanci e prospettive di una teoria in continuo divenire, il Mulino, Bologna.
Moscovici S. (1961), La psychoanalyse sono immane et son publique, Puf, Paris.
Corbetta P. (1999), Metodologia e tecniche di ricerca sociale, il Mulino, Bologna.
Polanyi K., (1974), La grande trasformazione. Le origini economiche e politiche della nostra epoca, Einaudi, Torino.
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