giovedì 28 aprile 2016

Alain Touraine: «in pace con me stesso»

Ultimo libro. Nonostante l’età, Alain Touraine - classe 1925 - continua la sua ricerca sui cambiamenti della società contemporanea arrivando a pubblicare nel corso dell’ultimo triennio due nuove poderose opere, ancora non tradotte in italiano: La fin des sociétés del 2013 e Nous, sujets humains disponibile da settembre 2015; 672 pagine il primo e 416 il secondo. Una lunga riflessione che rielabora le sue tesi sul mutamento delle società contemporanee e sui processi di soggettivazione.
Riportiamo di seguito la traduzione del post che Alain Touraine ha pubblicato sul suo blog in occasione dell’uscita del suo ultimo libro.

In pace con me stesso
di Alain Tourane

Oggi esce in libreria il mio libro Nous, sujets humains (Edition du Seuil, 2015). Mi sento più vicino a questo libro rispetto a tutto quello che ho scritto prima e anche rispetto al precedente libro La fin des sociétés che mi ha imposto così tanti sforzi per uscire intellettualmente dalle società industriali e nuotare a lungo e con difficoltà verso un nuovo continente, per lasciare una società dove gli attori organizzavano le loro lotte intorno al lavoro. Sono arrivato su una terra dove si è sensibili soprattutto all’affermazione o alla negazione del soggetto umano, dei suoi diritti e della sua dignità. È vero che la mia mente è ancora piena di categorie e di nozioni che sono quelle delle società industriali dove ho passato una buona metà della mia vita. Ma sto iniziando ad abituarmi alle voci che sento intorno a me e dentro di me. Quello che in primo luogo ho scoperto in questo nuovo mondo è che dappertutto il potere va oltre il possesso di risorse e consiste soprattutto nel costruire le immagini che gli essere umani hanno di loro stessi. Ho sentito risvegliarsi in me il vecchio tema terrificante, ma illuminante del totalitarismo. Sono così contento di essere finalmente riuscito a mettere piede su una terra finora sconosciuta. Così contento che vorrei considerare questo libro appena pubblicato come il mio primo libro, quando invece rischia di essere l’ultimo.
Questo perché probabilmente se questo nuovo mondo, dove sono sicuro di essere entrato, mi farà ascoltare molte voci differenti dalla mia, mi darà protezione dai discorsi strutturalisti, e che io chiamo post-marxisti, che così spesso mi hanno stordito senza convincermi. Ho anche la quasi certezza che, quando mi sono così a lungo fermato per ascoltare la liberazione di Parigi, i movimenti studenteschi di Berkeley e di Naterre, le manifestazioni dell’Unità popolare cilena, i grandi movimenti di liberazione di Budapest, di Praga e soprattutto della Polonia, i raduni organizzati dal subcomandate Marcos alla frontiera del Chiapas e del Guatemala e tante altre voci sparite così rapidamente, percepivo i segnali che mi indicavano la direzione del nuovo mondo dove sono poi sbarcato così tardivamente. Per lo meno sono certo di non aver obbedito al fischio dei poteri ideologici, politici ed economici che pretendevano di mostrarmi il cammino. Certamente sono stato spesso isolato, messo da parte, ma non ho mai smesso di marciare e adesso so che era nella giusta direzione.
Sono stanco, forse deluso, a volte anche triste, ma termino la mia vita in pace con me stesso.

Fonte: Alain Touraine, «En paix avec moi-même.» in http://alaintouraine.blogspot.it/, 23 settembre 2015; nostra traduzione.

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