venerdì 30 aprile 2021

Bourdieu in Open Access

Risorse in rete. La produzione del sociologo francese Pierre Bourdieu (1930-2002) è molto vasta e non è limitata agli scritti accademici. Bourdieu, infatti, ha partecipato al dibattito pubblico francese e internazionale con diversi interventi, utilizzando tutti i canali di comunicazione a disposizione.
Oggi ci sono molti siti in Internet dedicati al lavoro e alla figura di Bourdieu. Tra questi una risorsa in rete che mi pare molto preziosa per accedere direttamente alla produzione di Bourdieu è il sito HyperBourdieu dove è possibili consultare molti documenti in open access. Il sito viene aggiornato frequentemente e presenta un sistema di navigazione principale che organizza la documentazione per periodi cronologici e molte pagine di approfondimento tematico. Per ora il sito non è ancora consultabile in italiano.
Un altro sito web rilevante per l’accesso alla produzione scientifica di Bourdieu è Pierre Bourdieu un hommage, in francese, che presenta una bibliografia ben organizzata e una serie di link a materiali disponibili in rete.
Tra i siti in italiano dedicati alla teoria sociologica di Bourdieu segnalo, infine, Ragioni Pratiche che rappresenta una rete di studiosi di diverse discipline che si interessano al metodo scientifico di Pierre Bourdieu, sottoponendolo a riflessione e applicandolo alle proprie ricerche.

giovedì 29 aprile 2021

La sociologia: uno sport da combattimento

Un documentario. Pierre Bourdieu ha conquistato un'ampia notorietà che ha travalicato ampiamente i confini dell'accademia e del dibattito scientifico. Si è, infatti, misurato da protagonista con il dibattito politico e culturale principalmente in Francia, ma non solo, convinto della funzione critica della sociologia e dell'opportunità del suo impiego per svelare le condizioni di dominio nelle società contemporanee. La rilevanza pubblica del pensiero di Bourdieu è stata così ampia che a lui è stato dedicato un film-documentario dal titolo La sociologie est un sport de combat di Pierre Carles (Disponibile in YouTube), pubblicato nel 2001, l'anno prima della sua scomparsa. Il film ha sicuramente contribuito a promuovere in un pubblico più vasto di quello accademico la figura di Pierre Bourdieu, del suo pensiero e della stessa sociologia come disciplina, soprattutto nel mondo francofono. Qui sotto un breve estratto con sottotitoli in italiano.

Il soggetto «donna»

Il femminile. La ricerca del soggetto concreto ha portato Alain Touraine a occuparsi del tema del femminile, non tanto con una prospettiva di denuncia della dominazione maschile, ma per dimostrare gli spazi di azione che le donne stanno creando e la volontà che esse hanno di costruire una soggettività femminile: «la sociologia delle donne e del femminismo non è un capitolo particolare della sociologia; è al centro di una sociologia ricostruita intorno alla nozione di soggetto» (Touraine A., Il pensiero altro, Roma, Armando, 2009, p. 145). A questo ha dedicato un libro che è stato tradotto in italiano da Il Saggiatore con il titolo Il mondo è delle donne (2000). Touraine evita di rappresentare le donne come vittime in quanto preferisce soffermarsi sull’affermazione di sé da parte delle donne. La coscienza di essere donna, secondo Touraine, non è diretta contro gli uomini né contro certi tipi di relazioni tra generi. Il definirsi come donne - secondo l'affermazione «io sono una donna» - rivela un affermazione di soggettività, rivolta verso se stessa, una volontà di essere attrici della propria esistenza, indipendentemente dal rapporto con l’alterità maschile. Si tratta di una resistenza del soggetto-donna non sociale. L’eredità dei movimenti collettivi femministi consente oggi una soggettività ripiegata su di sé. In sintesi Touraine sostiene: «non ci troviamo più nella società degli uomini; non entriamo in una società unisex o di pura uguaglianza tra uomini e donne; entriamo, siamo già entrati nella società delle donne. Gli uomini, è vero, detengono ancora il denaro, il potere e le armi, ma le donne hanno già preso la parola, e sono loro che hanno scoperto il significato dei cambiamenti in corso, che sono molto avanzati» (Il pensiero altro, p. 153). Per approfondire la tesi di Touraine sulla soggettivazione delle donne si rimanda alla lettura del saggio di Mariateresa Gammone dal titolo “Alain Touraine e la questione femminile” pubblicato nella rivista La Critica Sociologica (XLIV, 176, 2010 - disponibile in Biblioteca di Dipartimento).

Leggi l’intervista: «Touraine: è il momento delle donne» in La Stampa (24 luglio 2006).

mercoledì 28 aprile 2021

Un’introduzione alla sociologia di Touraine

Lettura. Alain Touraine ha sviluppato un lungo e articolato percorso di ricerca, scrivendo molto e affrontando diverse questioni di rilievo per la teoria sociale contemporanea. D’altra parte, nel tempo ha rielaborato, rivisto, precisato e rinnovato il suo paradigma sociologico e le sue interpretazioni del mondo contemporaneo, rendendo ancor più complessa la definizione sintetica del suo pensiero e della sua opera. Per questo motivo ritengo che sia utile come introduzione alla sociologia di Touraine il piccolo libro Sociologia (Milano, Jaca Book), pubblicato nel 1998. Si tratta di una presentazione sintetica di alcune idee chiave sulla disciplina (la concezione dell’azione sociale, il carattere storico della conoscenza sociologica, ecc.) e sul contemporaneo (la demodernizzazione, il postindustriale...); idee che sono state poi alla base del lavoro dei quasi vent’anni successivi di ricerca. Riporto sotto un’anteprima del libro.
Sul tema più specifico dei movimenti sociali, è utile invece la lettura di un vecchio, ma attuale, articolo di Paolo Ceri «Movimenti sociali: analitici e concreti. Sulla teoria di Alain Touraine», pubblicato sulla storica rivista Quaderni di Sociologia (n. 20, 1999, pp. 119-127) che, meritoriamente, ha reso disponibile in open access tutti i fascicoli pubblicati dal 1997 ad oggi.

martedì 27 aprile 2021

Touraine e l'islamofobia

Contro la tesi dello scontro tra civiltà. La globalizzazione, le relazioni tra culture e tra religioni sono argomenti ampiamente dibattuti nel corso degli ultimi decenni. In Europa, in particolare, si è molto dibattuto sul rapporto con le culture e le religioni extra-europee. Per tutto il decennio passato un ampio confronto pubblico ha riguardato le relazioni con il mondo islamico a partire da pregiudizi che associavano in un rapporto univoco e necessario l'islam al terrorismo internazionale e alle guerre di religione. Su questo dibattito che ha coinvolto il mondo della cultura, l'accademica e le istituzioni politiche, riprendiamo una breve intervista ad Alain Touraine sull'islamofobia realizzata da Cecilia Cacciotto su Euronews nell'estate del 2010 quando il sociologo francese era stato ascoltato dal Consiglio d'Europa come esperto sul tema.

lunedì 26 aprile 2021

Soli come attori in un teatro vuoto

Intervista. Riportiamo sotto l’intervista di Fabio Gambaro ad Alain Touraine pubblicata su Repubblica.it il 31 ottobre 2013, in occasione della pubblicazione del libro “La fin des sociétés” (2013) presentato all’Università di Milano-Bicocca (guarda qui una breve intervista in YouTube «Fine delle Società? L'età contemporanea secondo Alain Touraine»).

PARIGI - Da molti anni Alain Touraine si è imposto come uno dei più attenti e fini osservatori del divenire della nostra società. Di libro in libro, con paziente determinazione, il sociologo francese scruta e analizza i caratteri e le trasformazioni di un mondo che, da postindustriale, è ormai diventato "post-sociale". Un'evoluzione che è al centro anche del suo ultimo denso saggio, La fin des sociétés (Seuil, pag.657, euro 28), summa teorica di mezzo secolo di ricerche e analisi, nella quale spiega come il dominio del capitalismo finanziario abbia ormai rimesso in discussione e reso inservibili tutte le costruzioni sociali del passato. Di fronte a questa vera e propria "fine delle società", dove anche i movimenti sociali sembrano non avere più presa sul reale, per lo studioso, che ha da poco compiuto ottantotto anni, non resta che affidarsi alla resistenza etica, unica capace di ridare un senso al vivere e all'agire collettivo. [Continua a leggere]

domenica 25 aprile 2021

Touraine contro la guerra di civiltà

Intervista. Nel 2015 in occasione della presentazione del suo libro Nous, sujets humains (Seuil) – poi tradotto in italiano nel 2017 da Il Saggiatore Noi, soggetti umani – Alain Touraine è stato ospite a Milano negli studi di Radio Popolare dove è stato intervistato per la trasmissione «Memos». Il sociologo francese ha affrontato questioni che riguardano il terrorismo internazionale, Daesh, il rapporto con il mondo islamico, soffermandosi sulla necessità di tutelare i diritti, la dignità dei soggetti e la libertà contro il “totalitarismo culturale”, promuovendo l’universalismo.

Ascolta l’intervista a Radio Popolare (17 novembre 2015)

Dal sito dell’Editore è possibile accedere liberamente ad una serie di articoli apparsi in quotidiani nazionali che hanno ripreso e discusso il libro di Alain Touraine, Noi soggetti umani: accedi alla Rassegna stampa.

sabato 24 aprile 2021

I classici delle scienze sociali

Risorse in rete. Il sito canadese Les classiques des sciences sociales, curato dall'Università del Québec à Chicoutimi (UQAC), consente l'accesso a una biblioteca digitale specializzata sui libri classici per le scienze sociali. I libri e gli articoli disponibili possono essere liberamente consultati e scaricati. Nella vasta biblioteca digitale, a questa pagina si trovano quattro tra i più importanti libri di Alain Touraine in versione originale: Critique de la modernité, Le retour de l'acteur, Sociologie de l'action, e La voix et le regard. Dalla stessa pagina è possibile accedere a tre saggi ugualmente rilevanti per comprendere la prospettiva sociologica di Touraine: “Identité et modernité”, “Les écoles sociologiques” e “Théorie et pratique d'une sociologie de l'action”.

venerdì 23 aprile 2021

Touraine: «Contro la catastrofe»

Lectio magistralis. L’11 marzo 2020 è stata messa in rete liberamente in YouTube – con sottotitoli in italiano – la Lectio magistralis che Alain Touraine ha videoregistrato in occasione dell’inaugurazione del corso di laurea magistrale in Sociologia delle Reti, dell’informazione e dell’innovazione del Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell'Università di Catania, dal titolo «Contro la catastrofe: l’Europa e gli attori sociali per cambiare il destino della Storia». Come scrivono gli organizzatori, la lezione «prende spunto da una riflessione sul tema della migrazione per poi addentrarsi nell’analisi di alcune tra le più interessanti tematiche di attualità della società contemporanea: l’emergenza climatica, i diritti umani, il ruolo dell’Europa, le migrazioni e il valore simbolico assunto dall’isola siciliana di Lampedusa agli occhi del mondo».

giovedì 22 aprile 2021

Touraine in difesa della modernità

Letture. Pubblicato in francese nell’autunno del 2018, Défense de la modernité (Paris: Seuil) è l’ultimo libro di Alain Touraine tradotto in italiano: In difesa della modernità (Milano: Raffaello Cortina Editore, 2019). Un nuovo tassello di quella riflessione sulla modernità e sui caratteri della contemporaneità che caratterizza l’intera opera di Touraine. Nonostante l’età – Touraine è classe 1925! – e nonostante questo libro segua una lunga catena di libri recenti che ragionano intorno allo stesso nucleo problematico, gli elementi di interesse non sono pochi. Per chi ha letto sistematicamente la produzione recente di Touraine non troverà certamente molti elementi di originalità, ma una certa coerenza nel discorso e specifici avanzamenti che concorrono all’interpretazione del mondo contemporaneo (consulta l’indice del libro). La parte prima del libro «Modernità è soggettivazione» è un’efficace sintesi della teoria della modernità dell’Autore, una risistematizzazione di molte delle elaborazioni che diffusamente ha presentato in altri testi: le tappe della modernità, la soggettivazione, il soggetto umano e il ruolo dei movimenti sociali. Nella seconda parte «La società ipermoderna» si definisce l’orizzonte di trasformazione del mondo contemporaneo, ancora – secondo Touraine – entro i confini della modernità. Alla transizione è dedicata la terza parte del libro «Dalla società industriale alla società ipermoderna» la parte cruciale del testo che torna sul problema del superamento della società industriale, annunciato già cinquant’anni fa e seguito con costanza nei decenni, e sui caratteri che questo processo assume, andando a definire nell’interpretazione di oggi una «società ipermoderna». Sappiamo che Touraine non ha intenzione di fermarsi qui, come ha annunciato già sul suo blog, e che ha già in cantiere una riflessione complementare. Di sicuro la fatica di leggere e studiare le trecento pagine del nuovo libro restituisce una visione profonda, di lungo periodo dei processi che sono all’origine dei caratteri specifici della contemporaneità. Una bussola per chi si interessa di teoria sociale, ma anche per orientarsi nell’interpretazione del flusso frenetico di informazioni che affolla la nostra quotidianità.

Un’ampia e interessante collezione di articoli e recensioni si può consultare e scaricare nella pagina del sito dell’editore italiano Raffaello Cortina: Rassegna stampa. Buona lettura!

mercoledì 21 aprile 2021

Un videoclip su Marcuse

Video. L’analisi del dominio e l’orientamento decisamente anti-autoritario rende Marcuse uno degli autori più influenti sui movimenti di contestazione di fine anni Sessanta. Dopo «Ragione e rivoluzione» (1941, ripubblicato da Il Mulino nell'autunno del 2020), risultano particolarmente influenti le opere «Eros e Civiltà» (1955) e «L’uomo a una dimensione» (1964). Riablitata la portata emancipativa della dialettica di Hegel nel saggio del 1941, il lavoro del ’55, dedicato alla psicoanalisi di Sigmund Freud si focalizza sulla critica delle forme della repressione che il capitalismo impone nella società industriale avanzata, basate sul principio di prestazione. La riflessione apre, poi, la ricerca sulle alternative possibili per un rapporto autentico con il mondo e con se stessi in grado di consentire la libera realizzazione dell’umano, superato il problema della mera riproduzione materiale delle società. Questa riflessione si rinnova nel testo del ’64, dedicato alla critica dell’ideologia della società industriale avanzata, dove la “negazione determinata” del dominio capitalistico viene individuata nei soggetti meno integrati nel sistema sociale – tra questi certamente gli studenti universitari – nel rifiuto del mito di Prometeo, per abbracciare lo spirito di riconciliazione con se stessi e la natura, espresso dai miti di Narciso ed Orfeo.

Guarda la scheda video sulla biografia di Herbert Marcuse di ovovideo.com: VIDEO

martedì 20 aprile 2021

La sociologia critica e i semi della contestazione giovanile in USA

Manifesto per una generazione. I giovani statunitensi degli anni Cinquanta, segnati dal maccartismo, furono etichettati come una “generazione silenziosa” (The Silent Generation o anche Silent Fifties), cioè integrata nell’ordine sociale e assente nell’arena pubblica del dibattito politico. Nel decennio successivo, la generazione degli anni Sessanta costruì la propria identità in contraddizione a questa rappresentazione, passando “dal silenzio all’attivismo”. L’inquietudine giovanile, ovviamente, era già presente negli anni Cinquanta, ma è solo con il volgere del decennio che queste forze emergenti furono incanalate verso l’arena pubblica attraverso la mobilitazione collettiva di massa. A tal fine contribuirono significativamente alcuni dei sociologi della tradizione “radical” statunitense (T. Veblen, R. Lynd, H. Marrell Lynd, D. Riesman, ecc.). In primo luogo Charles Wright Mills che scrisse la Letter to the New Left in occasione della pubblicazione nel 1960 del libro-manifesto della New Left, Out of Apathy. Voices on the New Left Thirty Years On a cura dell’Oxford University Socialist Discussion Group. Lo scritto di Wright Mills ebbe una rilevanza cruciale per la formazione del movimento studentesco statunitense, in particolare per l’organizzazione della Students for a Democratic Society (SDS) che vide nel sociologo uno degli intellettuali-guida, come hanno testimoniato i protagonisti di quella fase storica. Gli influssi della sua riflessione si ritrovano direttamente nel Port Huron Statement di SDS del 1962 che fu il manifesto della generazione che arrivò alle contestazioni del ‘68. In secondo luogo Herbert Marcuse che, prima con il libro Eros e civiltà del 1955 e poi soprattutto con L’uomo a una dimensione del 1964, rappresentò un riferimento intellettuale centrale per la contestazione giovanile, tanto più che dal 1965 si trovò ad insegnare all’Università di San Diego in California, nel cuore delle mobilitazioni studentesche.

lunedì 19 aprile 2021

Incontro con Herbert Marcuse

Filmato storico. Il pensiero di Herbert Marcuse ha avuto una forte influenza sui movimenti di contestazione giovanili di fine anni Sessanta. Si trattava di un intellettuale molto noto in USA e in Europa, tanto che la televisione italiana realizzò un servizio televisivo per approfondire il suo pensiero in una rubrica del telegiornale. Lo vediamo nel video di Youtube riportato sotto. Il 31 maggio 1968, infatti, la rubrica di approfondimento del Telegiornale propose l'intervista a Marcuse, considerato leader intellettuale dai giovani della contestazione studentesca: contro l'autoritarismo, contro la società dei consumi, contro la natura repressiva del capitalismo. Il movimento studentesco - dice il giornalista - aveva tre riferimenti intellettuali Ma.Ma.Ma.: Karl Marx con il “Il Capitale” del 1867, Mao Tse Tung con il “Libretto Rosso” del 1966 e Herbert Marcuse con “L’uomo a una dimensione” del 1964. L'intervista è contenuta in “Incontri del Telegiornale” ed è realizzata dal giornalista Gastone Favero (per sapere di più).

sabato 17 aprile 2021

«Sociologia e teoria critica della società» di L. Gallino

Lettura.
 Vi propongo un saggio di Luciano Gallino sul rapporto tra la sociologia e la teoria critica della società, pubblicato nella rivista Quaderni di Sociologia (n. 29, 2002, 73-90). L’articolo Sociologia e teoria critica della società è la prolusione tenuta al Convegno di studi «Il sogno di cambiare la vita. Modelli sociali, educativi e artistici dal cuore del ’68» organizzato dalla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Torino, Torino, 27-28 novembre 2002. Luciano Gallino è tra i più influenti studiosi nella formazione della sociologia italiana, autore – tra l’altro – del Dizionario di sociologia (UTET, ultima riedizione 2014), indispensabile strumento di studio e di lavoro.

Nel 1967 venne pubblicata la versione italiana dell’Uomo a una dimensione. L’ideologia della società industriale avanzata di Herbert Marcuse, apparso negli Stati Uniti tre anni prima1. Si trattava di una sintesi tarda dei temi che per oltre quarant’anni, sin dalla fondazione dell’Institut fuer Sozialforschung, festeggiata nel giugno 1924 nell’aula magna dell’Università di Francoforte, avevano caratterizzato l’attività della cerchia di studiosi in esso e attorno ad esso raccolti, nonostante il periplo tra due continenti cui li aveva costretti il nazismo. Erano temi quali la denuncia del carattere totalitario della società capitalistica; la interiorizzazione della repressione nella personalità dei suoi membri; la famiglia come istituzione nella quale genitori e figli vengono educati e si auto-educano a subire passivamente, quanto ad esercitare brutalmente, l’autorità nella vita sociale; la connessione intrinseca tra la razionalità tecnologica e la logica del dominio; il venir meno della possibilità che emerga un soggetto collettivo capace di far muovere la società costituita verso un’alternativa storica.

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mercoledì 14 aprile 2021

Teoria critica della società

Scuola di Francoforte. Negli anni '30  in Germania un gruppo di intellettuali si forma presso l’Istituto per la ricerca sociale di Francoforte. L'ascesa del nazismo al potere, però, costringe all'esilio dei principali esponenti dell'Istituto verso gli USA: Max Horkheimer (1895-1973), Theodor W. Adorno (1903-1969) e Herber Marcuse (1898-1979). Ispirati dal pensiero di Hegel, Marx e Freud, sviluppano un programma critica che avrà influenza su tutta la teoria sociale del Novecento. Tra i principali ambiti di ricerca di questa scuola ricordiamo, per esempio, gli studi sull'autorità, l'analisi critica dell'industria culturale e del dominio culturale, il carattere totalitario della società industriale avanzata. Per un approfondimento su come il pensiero della Scuola è stato recepito in Italia nella seconda metà del Novecento, vi segnalo l’articolo di Giovanni Battista Clemente disponibile in rete: «La Scuola di Francoforte in Italia (1954-1999)». Tra le pubblicazioni più recenti che tornano sugli sviluppi attuali della Teoria critica della società e sull’eredità della Scuola di Francoforte, vi segnalo il libro di Giorgio Fazio, Ritorno a Francoforte. Le avventure della nuova teoria critica (Castelvecchi, 2020; dal link alla pagina dell’editore sono scaricabili alcune recensioni apparse in quotidiani nazionali).

Una riflessione di Simmel sul lavoro

Letture. Nel 1899 Simmel pubblica un saggio sul “lavoro” dal titolo Zur Philosophie der Arbeit («Filosofia del lavoro») nella rivista Neue Deutsche Rundschau  (X, vol. I, fas. 5, pp. 449-463). Questo stesso testo, l’anno dopo, viene rielaborato e integrato nel libro Philosophie des Geldes («Filosofia del denaro») confluendo nella terza sezione del quinto capitolo. La maggiore circolazione del libro rispetto all’articolo del 1899 ha diluito la riflessione di Simmel sul lavoro nella più generale testi sul valore socio-culturale del denaro nella cultura moderna. La riscoperta dell'opera di Simmel che è cominciata dai primi anni Ottanta del Novecento, però, sta riportando alla luce anche tutte le opere "minori" e così qualche mese fa è stata pubblicata la traduzione in italiano dell’articolo del 1899 Filosofia del lavoro (Mimesis, 2021) a cura di Francesco Valagussa che firma anche un saggio critico introduttivo. Valagrussa mette l’accento sulla centralità dei valori nel discorso di Simmel, per poi enfatizzare la critica della moneta-lavoro nell’ideale socialista, puntando su tre argomentazioni desunte dall’articolo di Simmel: a) la necessità di un "sano" materialismo storico; b) la distinzione del valore del lavoro intellettuale da quello fisico-materiale; c) la misurazione del lavoro sulla base dell’utilità del suo risultato invece che sulla base della sua quantità. Uno spunto teorico interessante per gli studiosi del lavoro. Un bel estratto del libro è disponibile nella rivista «Scenari»: Il lavoro secondo Simmel (5 marzo 2021).

martedì 13 aprile 2021

L’animale dialettico

Letture. Dopo il successo avuto dai teorici di Francoforte nei decenni Sessanta e Settanta, si è registrato un ripido declino della teoria critica, sopravanzata dal successo di correnti filosofiche e sociologiche di altra natura, variamente riconducibili al postmodernismo che vedremo più avanti nel corso. Negli ultimi anni, tuttavia, c’è un lavoro di “riscoperta” e di attualizzazione della teoria critica della società, proprio in contrapposizione al «disincanto e alla disgregazione delle derive postmoderne», come dicono i due autori del nostro Nostalgie francofortesi (Mimesis, 2013) di Francesco Giacomantonio, Ruggero DAlessandro. Per approfondire, consiglio in generale la lettura dell’articolo di Mauro Maurizi, L’animale dialettico: la critica del domino nella Scuola di Francoforte (leparoleelecose.it, 14 dicembre 2012). Mentre sotto un breve discorso di Theodor Adorno sul “freddo” che caratterizza i rapporti tra gli uomini nelle società capitalistiche.

venerdì 9 aprile 2021

Turnaturi presenta la vita nelle metropoli secondo Simmel

Risorse. Tra le opere più lette e più influenti della produzione di Georg Simmel c’è il breve saggio sulla vita nelle metropoli. In italiano il saggio compare per la prima volta nel 1963, tradotto dall’inglese, con il titolo «Metropoli e personalità» nell’antologia curata da Charles Wright Mills Immagini dell’uomo. La tradizione classica della sociologia (Edizioni di Comunità). Successivamente, nel 1975, viene riproposto con il titolo «La metropoli e la vita mentale» in un’altra antologia, curata questa volta da Alberto Izzo, dal titolo Storia del pensiero sociologico. I classici (il Mulino). Più di recente, nel 1995, è uscita una nuova edizione – anche a riprova del continuo interesse per questo scritto – in un volume autonomo, nella collana «Classici di sociologia» di Armando Editore, dal titolo La metropoli e la vita dello spirito a cura di Paolo Jedlowski. Proprio questo volume di recente è stato al centro di una bella rilettura da parte di Gabriella Turnaturi – esperta, competente e appassionata, del pensiero di Simmel – nell’edizione 2017 del Festiva di Filosofia a Carpi che lo ha definito «testo gioiello». Consiglio di guardare la registrazione della lezione, disponibile qui: Gabriella Turnaturi: Le metropoli e la vita dello spirito di Georg Simmel (streaming video, durata: 57’38’’), buona visione!

giovedì 1 aprile 2021

Indagini sulle forme della sociazione

Letture. Nel 2018 – l’anno del centenario della morte di Georg Simmel –  l’editore Meltemi ha riproposto una nuova edizione del libro Sociologia, curata da Massimiliano Guareschi e Federico Rahola che firmano anche un utile saggio introduttivo. Il libro, uscito originariamente nel 1908 con il titolo Soziologie. Untersuchungen über die Formen der Vergesellschaftung (Berlin, Dunker & Humblot), era già stato proposto in italiano nel 1989, nell’edizione ormai fuori commercio di Edizioni di Comunità, con un’introduzione, ancor oggi indispensabile, di Alessandro Cavalli (qui è consultabile l’indice). Il voluminoso libro – quasi mille pagine! – offre le coordinate metodologiche di base della sociologia di Simmel: le forme della “sociazione” e dell’interazione sociale. Dall’indice si coglie subito che l’autore si muove attraverso un campionario di temi e problemi, (alcuni dei quali sono «nuovi oggetti analitici» per la nascente sociologia), dal quale emerge la sua singolare proposta di “sociologia”. L’uscita della nuova edizione del 2018 ha portato l'attenzione su Simmel anche oltre la ristretta cerchia degli studiosi accademici, come testimoniano alcuni articoli apparsi su quotidiani nazionali che si possono leggere rapidamente in rete: Alessandra Peluso  «Sul conflitto. Cultura e reciprocità in Simmel» (affaritaliani.it, 11.12.2018); Davide D’Alessandro, «Georg Simmel, geniale ‘Zeitdiagnostiker’» (ilfoglio.it, 29.11.2018); Simone Paliaga «Da Simmel a Michels. Così lo straniero interroga noi stessi» (Avvenire, 22.7.2018); Maurizio Ricciardi «Regole del buon conflitto» (Il Manifesto, 30.3.2018). A questi testi che propongono linee di interpretazione sull’attualità del pensiero di Simmel, si aggiunga anche una rilettura disciplinare, di un paio d’anni fa, a firma di Anna Rita Calabrò sulla rivista «Cambio» (VI, 12, 2016) nella sezione (Re)Reading the Classics.