mercoledì 6 giugno 2012

La comunità Damanhur

Dalla ricerca alle cronache. Leggendo il manuale di Mario Cardano, più volte si ritrovano degli esempi che rimandano ad un saggio scritto dallo stesso autore sulla comunità Damanhur. Il saggio in questione, per chi fosse curioso di leggerlo, è Natura sacra. Uno studio etnografico, pubblicato in «Rassegna Italiana di Sociologia» (anno XXXVI, num. 4, Dicembre 1995, pp. 587-624).

mercoledì 30 maggio 2012

L'introduzione del focus group in sociologia

Un po' di storia. Come ricorda anche Mario Cardano all'inizio del capitolo 5, la diffusione della tecnica del focus group in sociologia deve molto al lavoro metodologico di Robert K. Merton che la introduce tra i metodi della nostra disciplina con un libro scritto con Marjorie Fiske e Patricia L. Kendall dal titolo The Focused Interview. A Manual of Problems and Procedures (The Free Press, New York) uscito negli USA nel 1956. L'introduzione della nuova tecnica viene sottolineata nella introduzione alla seconda edizione (pubblicata nel 1990), a firma di Merton, e poi viene diffusamente trattata nel capitolo VII "The Group Interview". La tecnica, però, ha avuto un'ampia diffusione in discipline affini alla sociologia: ad esempio negli studi valutativi, nel marketing, nella scienza politica, oltre agli studi sull'opinione pubblica che erano al centro degli interessi di Merton, quando scriveva il volume metodologico del 1956.

martedì 29 maggio 2012

Esperienze di analisi di interviste

Per approfondire. L'attività pratica di trascrizione di un'intervista audio-video vi ha consentito di fare esperienza delle problematiche di ordine pragmatico e interpretativo che sono implicate in tale attività. Anche nei manuali di metodologia e tecnica della ricerca sociale non viene prestata molta attenzione a queste fasi di ricerca che vengono ritenute meno problematiche o poco importanti in termini metodologici. L'esperienza, invece, dimostra il contrario e dà la misura delle distorsioni che possono generarsi e, quindi, degli opportuni accorgimenti e delle riflessioni di metodo che sono necessarie per gestire in maniera consapevole tali attività. Vi suggerisco una lettura di approfondimento che permettere di comprendere queste tematiche con riferimento diretto ad alcune esperienze: si tratta del libro di Felice Addeo e Paolo Montesperelli, Esperienze di analisi di interviste non direttive (Aracne, Roma, 2007), la cui bibliografia suggerisce ulteriori letture e spunti per altri approfondimenti.

mercoledì 16 maggio 2012

Serendipity

Casualità della scoperta scientifica. Nella lezione di oggi abbiamo utilizzato il concetto di "serendipity" nell'accezione data da Robert K. Merton, volendo portare l'attenzione sulle scoperte scientifiche inattese o non intenzionali. Questo concetto sottolinea la casualità di alcune scoperte o intuizioni scientifiche che emergono mentre si sta sviluppando un'attività di ricerca diretta verso un altro obiettivo conoscitivo. Nella pratica può accadere che mentre si cerca una conferma empirica per un'ipotesi di ricerca o una risposta ad una domanda di ricerca si ha un'intuizione che riguarda aspetti e fenomeni che non erano stati prefigurati nel disegno della ricerca. La citazione che viene riportata ad esempio nei testi didattici - attribuita ad uno ricercatore biomedico - per illustrare questo concetto è: "La serendipity è cercare un ago nel pagliaio e trovarci la figlia del contadino". Battute a parte, il termine serendipity entra nel vocabolario della sociologia grazie a Merton già negli anni Cinquanta e poi nei suoi studi di sociologia della conoscenza e della scienza. Più di recente - nel 2004 - insieme a Elinor G. Barber ha scritto un intero testo dedicato al concetto di serindipity dal titolo The Travels and Adventures of Serendipity: A Study on Sociological Semantics and the Sociology of Science (tradotto in italiano da Il Mulino: "Viaggi e avventure della serendipity", Bologna, 2008), soffermandosi sullo sviluppo della concettualizzazione del termine. Per chi volesse ulteriormente approfondire, suggerisco un saggio che analizza il concetto di serendipity nel quadro più generale del pensiero mertoniano:
Maria Luisa Maniscalco, "Serendipity in the Work of Robert K. Merton", in Mongardini C, Tabboni S. (eds.), Robert K. Merton & Contemporary Sociology, Transaction Publishers, New Jersey, 1998, pp. 273-284.

lunedì 23 aprile 2012

Per andare dove dobbiamo andare, da che parte dobbiamo andare?

Esercitazione in corso (o quasi). In un famoso film commedia del 1956 dal titolo "Totò, Peppino e... la malafemmina", in un famoso sketch il grande Totò chiede informazioni al vigile milanese e, tra le altre cose, in una formula esilarante domanda: "per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare?". Io oggi mi trovo nella situazione del vigile a Milano e voi in quella di Totò e Peppino, visto che per la nostra esercitazione non è stato ancora redatto un primo disegno della ricerca. Non sappiamo "dove dobbiamo andare" che rappresenta il fine della nostra attività strategica di ricerca, condensato nelle domande di ricerca; e non sappiamo ancora "per dove dobbiamo andare" che rappresenta l'insieme delle scelte di metodo da fare per rispondere in maniera appropriata alle domande di ricerca. Domani qualcuno saprà rispondere alla mia domanda:  per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare?

giovedì 19 aprile 2012

Filmografia citata

Rappresentare. Oggi in aula è stato richiamato il regista Ken Loach e alcuni suo lavori cinematografici come esempi di come una storia può svolgere la funzione illustrativa di rappresentare un fenomeno sociale. Poiché - se ho capito bene - nessuno ne ha mai sentito parlare, vi segnalo i filma richiamati: In questo mondo libero (2007) sul caporalato al femminile tra gli immigrati dell'Est in Inghilterra; Paul, Mick e gli altri (2001) sui disoccupati di Sheffield;  Bread and Roses (2000) sui clandestini messicani che passano il confine in California per lavorare in America; Piovono pietre (1993) sugli operai disoccupati di Manchester durante il periodo del neoliberismo thatcheriano; Riff Raff. Meglio perderli che trovarli (1991) sulla vita quotidiana che riflette gli effetti della politica della Thatcher.

martedì 17 aprile 2012

Ricerca bibliografica

Qualche risorsa. Nell'ambito dell'attività di esercitazione ci siamo impegnati a realizzare una ricerca bibliografica al fine di: (a) definire una domanda di ricerca; (b) qualificare la rilevanza teorica (e pragmatica) della nostra domanda di ricerca. Come spiegato in aula oggi si tratta di un'attività strumentale alla definizione di un quadro teorico-concettuale entro il quale definire la rilevanza della domanda di ricerca e seguire tutte le altre fasi della prefigurazione nell'ambito della elaborazione del disegno della ricerca.
Vi segnalo qualche strumento per la ricerca bibliografica. In primo luogo gli strumenti per selezionare teorie, concetti e definizioni:

La ricerca e la selezione del materiale bibliografico può essere fatto a partire da indicazioni provenienti dalle risorse sopra indicate (bibliografie di dizionari, manuale e altri lavori scientifici sul tema) o attraverso articoli che fanno una rassegna tematica della letteratura, oppure direttamente attraverso dei cataloghi di biblioteche e di banche dati elettroniche online. Vediamo soltanto qualche esempio:

  • Cominciamo dalle risorse UniNa: il Centro d'Ateneo per le Biblioteche (CAB) per indicazioni bibliografiche e per accesso alle risorse elettroniche online.
  • Archivi digitali di riviste scientifiche (full text): Jstor oppure Web of Knowledge (risorse che richiedono l'identificazione dell'utente e dell'istituzione);
  • Archivio digitale di articoli (full text) lingua francese: Persée.
  • Archivio libri digitali: Darwinbooks (il Mulino).
Ci sono, inoltre, rassegne bibliografiche sistematiche che contengono anche abstract dei lavori scientifici prodotti in specifici ambiti disciplinari. Tra questi vi segnalo:

Buon divertimento!

Il disegno della ricerca qualitativa

Tra teoria e (per ora niente) pratica. Oggi abbiamo cominciato la trattazione delle tematiche relative alla definizione di un disegno di ricerca (Cap. 1.1). Abbiamo introdotto alcuni concetti chiave, a partire dalla definizione della ricerca come attività strategica, quindi legata ad un obiettivo conoscitivo che viene espresso con una domanda di ricerca.
In secondo luogo abbiamo  focalizzato l'attenzione sull'attività di prefigurazione, a monte di una ricerca, di quella di ricostuzione, a valle di un percorso di ricerca, e quella circolare che riguarda durante lo svolgimento della ricerca il rapporto tra processi interpretativi, scelte metodologiche e dati empirici. Abbiamo, poi,  riconsiderato queste fasi all'interno della teoria dell'argomentazione, considerando in dettaglio il significato di argomentazione prolettica.
A questo punto, abbiamo visto una parte delle attività che riguardano la prefigurazione, in particolare:

  • la specificazione della domanda di ricerca e la qualificazione della sua rilevanza (pragmatica/teorica);
  • l'individuazione del contesto empirico che consente di rispondere alla domanda di ricerca e di trovare gli elementi per argomentare l'appropriatezza della risposta (setting e case);
  • la descrizione del metodo impiegato per elaborare una risposta alla domanda di ricerca.
Nella formulazione della domanda di ricerca, abbiamo discusso il punto di vista di Raymond Boudon - ripreso dal nostro testo - che sostiene che la finalità della ricerca sociale non è di spiegare il reale, ma rispondere a interrogativi sul reale.

mercoledì 11 aprile 2012

La ricerca biografica in sociologia

Si cambia vita. Ci siamo messi alle spalle con la lezione di oggi il testo della Ruspini con un'ultima riflessione sulla ricerca a fondamento biografico. Abbiamo visto come questo approccio di ricerca ai accede alle connessioni tra le singole biografie e la storia sociale, tra la dimensione strettamente individuale e il contesto sociale. Le forme della ricerca biografica che abbiamo discusso con più attenzione sono state sostanzialmente tre:
a) l'analisi delle storie di vita;
b) lo studio del corso di vita;
c) lo studio degli eventi e delle transizioni di vita.
Le storie di vita o biografie sono l'insieme cronologico narrativo relativo alla vita di un soggetto; mentre il corso di vita fa riferimento alla struttura sottostante alle biografie, socialmente costruita, articolata in fasi che si susseguono lungo traiettorie che riguardano aspetti specifici della vita di un soggetto; le fasi sono separate da eventi che definiscono transizioni di rilevanza sociale da uno stato e il successivo lungo una traiettoria biografica.
La ricerca biografica in sociologia ha ormai assunto un livello di autonomia da rappresentare un filone di ricerca autonomo, a prescindere dai metodi di ricerca utilizzati. Una breve lettura di approfondimento è il libricino di Manuela Olagnero e Chiara Saraceno "Che vita è: l'uso dei materiali biografici nell'analisi sociologica" (La Nuova Italia Scientifica, 1993). Le stesse autrici hanno scritto sull'approccio biografico in molti altri volumi di cui segnalo a chi fosse particolarmente motivato a documentarsi due volumi: (1) Manuela Olagnero, "Vite nel tempo" (Carocci, 2005); (2) Chiara Saraceno, a cura di, "Età e corso della vita" (il Mulino, 2001).

martedì 3 aprile 2012

Vacanze accademiche, ma...

Una pausa. Come da calendario accademico, le lezioni sono sospese da giovedì 5 aprile, fino a martedì 10 aprile. Dopo l'incontro di domani, ci rivediamo mercoledì 11 aprile. Nel frattempo, ne potete approfittare per studiare, fare esercitazione e leggere qualche cosa. Tra i libri che che abbiamo richiamato oggi in aula ad esempio c'era la ricerca dell'americano Richard Sennett sulla corrosione del carattere come principale conseguenza dello sviluppo del nuovo capitalismo flessibile. Questa tesi è stata sviluppata nel libro The Corrosion of Character: The Personal Consequences of Work in the New Capitalism del 1998 e tradotto in italiana con il titolo L'uomo flessibile. Le conseguenze del nuovo capitalismo sulla vita personale (Feltrinelli, 1999, oggi in versione economica). L'analisi del sociologo americano parte dall'osservazione di un cambio di paradigma nel sistema capitalistico, segnato dall'enfasi rivolta alla flessibilità del lavoro e delle organizzazioni produttive. Il lavoro flessibile, in particolare, non produce più carriere professionali lineari e coerenti, piuttosto sequenze di spezzoni di lavoro giustapposti uno dopo l'altro, non necessariamente coerentemente. Ciò comporta tra le altre conseguenze personali una confusione nel "carattere" degli individui, che va inteso in questo senso:
Il "carattere" indica soprattutto i tratti permanenti della nostra esperienza emotiva, e si esprime attraverso la fedeltà e l'impegno reciproco, o nel tentativo di raggiungere obiettivi a lungo termine, o nella pratica di ritardare soddisfazioni in vista di uno scopo futuro. Insomma, tra la moltitudine dei sentimenti in cui tutti noi ci troviamo costantemente immersi, siamo sempre impegnati nel tentativo di salvarne e rafforzarne qualcuno. Sono questi sentimenti che confermati che plasmeranno il nostro carattere, definendo i tratti  personali a cui attribuiamo valore di fronte a noi stessi e in base ai quali ci sforziamo di essere valutati da parte degli altri. (Sennett, 1999, p. 10)
Il "carattere" definito in questo modo è sottoposto a corrosione dalla sviluppo del nuovo capitalismo flessibile perché in un'economia che ruota intorno al breve periodo è più difficile perseguire obiettivi di lungo periodo e mantenere fedeltà e impegni reciproci all'interno di organizzazioni produttive che vengono continuamente ristrutturate. A livello personale diventa sempre meno possibile decidere quale dei nostri tratti  merita di essere conservato all'interno di una società impaziente che si concentra sul momento.

domenica 1 aprile 2012

Alla base dell'interazionismo simbolico

Per approfondire. Tra gli altri approcci teorici - sempre selezionati da Elisabetta Ruspini - entro i quali si sono sviluppati i metodi qualitativi abbiamo visto l'interazionismo simbolico, in particolare la teorizzazione fatta dal sociologo statunitense Herbert Blumer. La teoria dell'interazionismo simbolico - abbiamo sottolineato - ha tra le sue basi concettuali la visione del dello psicologo sociale statunitense George Herbert Mead. La definizione che Mead dà del Sé - nell'opera Mind, Self and Society (University of Chicago Press, 1934) - supera il modello classico psicologico di stimolo-risposta, per arrivare alla individuazione di un processo sociale in cui l'attore sociale agisce in base all'interpretazione che egli dà della situazione in cui è immerso. Per comprendere i processi d'interpretazione simbolica alla base dell'interazione sociale vengono distinti i concetti di "", "Me" ed "Io". Il  dell'attore sociale - secondo Mead - si compone di due momenti: del Me che è il riflesso di come l'individuo si percepisce in base agli atteggiamenti e comportamenti degli altri nei suoi confronti; mentre l'altro momento è l'Io vale a dire la risposta che l'individuo elabora, in termini di azione, in base all'interpretazione del Me. Da una parte, quindi, il Me produce socializzazione dell'individuo, dall'altra l'Io genera elementi di creatività e originalità nell'azione individuali. Lo studio dell'evoluzione del nella crescita degli individui conduce, inoltre, il nostro autore ad introdurre il concetto di "altro generalizzato", come elemento indicativo della maturità del , vale a dire la maturazione di una struttura di risposte comuni e condivise da tutti i membri della stessa comunità.

sabato 31 marzo 2012

Ai confini disciplinari

Gender Studies. Percorrendo il saggio di Elisabetta Ruspini sulla riscoperta della storia della ricerca qualitativa, abbiamo incontrato il filone degli studi di genere che hanno contribuito a segnare - negli anni '60 e '70 - quel cambiamento intellettuale nel campo delle scienze sociali che ha aperto la strada allo sviluppo dei metodi e delle tecniche di ricerca qualitativa. La strutturazione del campo degli studi di genere avviene in concomitanza con la diffusione nei paesi occidentali dei movimenti sociali di matrice femminista, tesi a promuovere l'emancipazione femminile. Questo filone di studi è oggi ampiamente istituzionalizzato - sotto l'etichetta di gender studies, women's studies, o feminist studies a seconda del grado di adesione ad una prospettiva femminista - con produzione di manuali (ad esempio Handbook of Gender and Woman's Studies), riviste scientifiche (ad esempio Feminist Studies) e centri di ricerca dedicati (ad esempio Stanford Feminist Studies, in Italia inGenere). Nonostante l'ampia letteratura sul tema delle relazioni di genere e sulla condizione femminile, l'asimmetria tra maschi e femmine risulta essere ancor oggi, anche nelle società occidentali, una tematica di grande rilevanza per la sua pervasività in tutti gli ambiti di vita sociale. In relazione al tema della rappresentazione delle donne veicolata dai mass media - in particolare la televisione - abbiamo richiamato in aula il lavoro di Lorella Zanardo dal titolo "Il corpo delle donne" che ha portato alla pubblicazione di un libro (Feltrinelli, 2009 - riedito nella collana "economica" 2011) e ad un video-documentario (25', autori: Zarardo L., Malfi Chindemi M., Cantù C.) che può essere visto attraverso il blog dedicato. Si tratta, anche in questo caso, di ricerca qualitativa ai confini disciplinari (e poco disciplinata) che utilizza nuovi e vecchi media di comunicazione. C'è qui anche un altra tematica rilevante: quella della sociologia visuale di cui ci occuperemo nella prossima lezione.

mercoledì 28 marzo 2012

Modifica giorni lezione

Avviso. Ho concordato con la Presidenza di Facoltà il cambio dei giorni di lezione per venire incontro alle richieste avanzate oggi dai corsisti, sostituendo la lezione del venerdì con una di mercoledì.
A partire dalla prossima settimana, quindi, le lezioni si terranno:
 - Martedì 9:00-11:00 - Aula I-4
 - Mercoledì 9:00-11:00 - Aula I-3
 - Giovedì 9:00-11:00 - Aula I-4
Per questa settimana la lezione di venerdì 30 marzo si terrà regolarmente (9-11, aula I-4).

lunedì 26 marzo 2012

Dove eravamo rimasti?

Si ricomincia. Dopo la sosta forzata dovuta alla seduta per la discussione delle tesi di laurea, ritorniamo al corso. Si riprende dal saggio di Weber - sperando che sia stato letto da tutti - cercando di approfondire le questioni che riguardano l'agire in comunità, l'agire associato, l'unione di scopo, e l'agire d'intesa. Si tratta di concetti fondamentali che si intrecciano con altre questioni rilevanti quali i rapporti con le altre discipline - psicologia, storia, giurisprudenza - e concetti centrali nel pensiero sociologico quali la statuizione, il potere e le istituzioni.

giovedì 22 marzo 2012

Off-topic: Nella mente degli altri

Neuroni specchio e comportamento sociale. Visto l'interesse suscitato oggi dal tema dei processi cognitivi e in particolare della "scoperta" dei neuroni a specchio, ecco alcune indicazioni per approfondire in autonomia il tema.
Un libro divulgativo è quello di Giacomo Rizzolatti (il direttore del gruppo di ricerca dell'Università di Parma che ha sviluppato gli studi sul tema) e Lisa Vozza, Nella mente degli altri. Neuroni a specchio e comportamento sociale (Zanichelli, 2008). Il collegamento alla pagina dell'Editore permette di accedere ad una video-intervista e il primo capitolo del libro. Questo lavoro era stato preceduto da un altro volume interessante sempre di Giacomo Rizzolatti con Corrado Sinigaglia dal titolo So quel che fai. Il cervello che agisce e i neuroni a specchio (Cortina, 2006). Nel canale Youtube TreccaniChannel un'altra intervista a Rizzolatti: I segreti dei neuroni a specchio.

Per chi non ha mai abbastanza tempo, questo è il video con la sintesi massima sul tema dei neuroni specchio:



mercoledì 21 marzo 2012

Il metodo delle scienze storico-sociali

Coordinate per la lettura. Prima di cominciare la lettura del saggio "Alcune categorie della sociologia comprendente" di Max Weber inserito nel programma del corso, è opportuno annotare alcuni punti cardine del pensiero del nostro Autore così da "rinfrescare" il quadro teorico-concettuale complessivo del pensiero weberiano in materia di metodologia. L'individuazione e la sintesi dell'approccio weberiano per punti fondamentali è ispirata alla lettura del primo capitolo del libro curato da Antonio De Lillo:

  • la sociologia si occupa dei significati che gli attori sociali attribuiscono alle loro azioni e dei processi socio-culturali di attribuzione di senso che influenzano tali azioni;
  • la sociologia ha come oggetto le interazioni sociali che possono essere sottoposte all'osservazione empirica;
  • per la sociologia l'analisi della realtà sociale va ricondotta sempre agli individui - concettualizzati come attori sociali - che attraverso le loro interazioni fanno vivere le istituzioni e le strutture sociali;
  • la sociologia assume come campo di osservazione il comportamento razionale - pur considerando diverse forme di razionalità - e tutto ciò che non è razionale non può essere compreso e, quindi, non è oggetto di ricerca sociologica;
  • la ricerca sociale si occupa dell'agire sociale dotato di senso, pertanto si propone di ricostruire il senso che l'attore attribuisce all'azione, attraverso un'attività interpretativa (ermeneutica).
  • l'agire sociale è sempre situato in uno specifico contesto sociale (spazio-temporale).
Questi i punti cardine da cui partire per la lettura e l'approfondimento del saggio in programma.

Per chi ha voglia e tempo di ascoltarsi una lecture su Max Weber in rete si trova questa lezione (in inglese) del prof. Alan Macfarlane tenuta nel 2001 alla Cambridge University.


martedì 20 marzo 2012

Quale qualità

Tracciare confini. Nel post precedente è stato ricordato che la distinzione tra metodi qualitativi e quantitativi è il frutto di diversi rituali della ricerca sociale. La storia del pensiero sociologico, tuttavia, evidenzia che tale distinzione ha profondamente segnata lo sviluppo della disciplina. Con l'espressione metodi qualitativi ci riferiamo così ad un modo di osservare la realtà sociale che si specifica in particolare per:
 >  la natura dell'osservazione
 >  le caratteristiche del dato rilevato
 >  le modalità di analisi
 >  le procedure di sintesi dei dati
Per ognuno di questi aspetti la riflessione metodologia - che ricordiamo riguarda il raccordo tra quadro teorico-concettuale e pratica di ricerca empirica - mette a disposizione del ricercatore delle opzioni tecniche di metodo che, in coerenza con l'obiettivo dell'approccio qualitativo, consentono in maniera adeguata di comprendere la realtà sociale osservata.

domenica 18 marzo 2012

Logiche di definizione

Definire. Nel corso dell'ultima lezione abbiamo discusso delle difficoltà che si incontrano nel definire i metodi qualitativi e nell'individuare le differenze con i metodi quantitativi. A tale proposito abbiamo introdotto tre diverse logiche che possono essere seguite per definire un oggetto di ricerca. Abbiamo visto che possono essere adottate definizioni intensive, quando è possibile individuare una regola o un criterio per stabilire in maniera univoca cosa rientra o meno nell'insieme definito. Quando, invece, non si individua una regola, ma si identifica un elenco di elementi che rientrano nell'insieme definito, allora in questo caso si parla di definizione estensiva. Esistono, poi, delle definizioni stipulative che, a differenza dei due tipi precedenti, si basano su una convenzione sociale che stabilisce quali elementi appartengono all'insieme definito. Abbiamo accettato che la distinzione tra metodi qualitativi e quantitativi si basa su definizioni di questo ultimo tipo, non avendo tale "disputa" un fondamento epistemologico e basandosi in effetti su diversi "rituali" della ricerca sociale: rituali dell'oggettività nel caso della ricerca quantitativa e rituali dell'adeguatezza nel caso della ricerca qualitativa.

mercoledì 14 marzo 2012

Kick-Off

Inizio. La prima lezione è servita a chiarire il percorso che seguiremo insieme nei prossimi incontri. Il progetto didattico prevede l'approfondimento dell'approccio teorico di Max Weber - considerato uno dei maestri del pensiero sociologico da cui discende lo sviluppo dei metodi qualitativi - focalizzando l'attenzione sulla sociologia comprendente, a cui è dedicato il saggio di Weber indicato nel programma. Il corso prosegue approfondendo lo sviluppo storico della teoria sociologica e dei relativi metodi di ricerca empirica, basandosi sulla lettura del saggio di Elisabetta Ruspini. A questo punto si entrerà nel cuore del corso, studiando attraverso il manuale di Mario Cardano i diversi aspetti della ricerca qualitativa: il disegno della ricerca, le scelte delle tecniche d'indagine, la raccolta dei dati empirici, l'analisi del materiale raccolto e la restituzione dei risultati di ricerca. Questa parte prevede due approfondimenti tematici. Il primo riguarda la tecnica dell'intervista dialogica, con la lettura del testo di Salvatore La Mendola, per la rilevanza che essa assume nella ricerca qualitativa. Mentre il secondo approfondimento riguarda gli aspetti tecnici delle diversi fasi di scrittura - dal disegno di ricerca, alla redazione del rapporto finale - che è necessario affrontare nel corso di uno studio sociologico: per questo saranno utilizzati i capitoli del volume di David Silverman  - che segue un approccio molto pratico - dedicati a questi aspetti. Come si è visto si tratta di un percorso che parte da un livello di astrazione molto alto, per arrivare a questioni molto pratiche o, in altri termini, dalla teoria sociale alla pratica della ricerca empirica.

domenica 11 marzo 2012

Inizio corso

Si comincia! Martedì 13 marzo è prevista la prima lezione dell'insegnamento di Metodi avanzati per la ricerca qualitativa, nel corso di laurea in Sociologia (L-40), III anno curriculum "Economico e della ricerca sociale".
Come previsto dall'orario delle lezioni, ogni settimana si terranno tre lezioni, nei giorni martedì, giovedì e venerdì sempre dalle 9:00-11:00 nell'aula I-4. Il programma del corso e i testi consigliati sono consultabili in questa pagina: Programma.
Questo blog funzionerà da bacheca virtuale per indicazioni d'approfondimento, per scambio di ulteriori materiali e per comunicazioni inerenti il corso.