domenica 1 aprile 2012

Alla base dell'interazionismo simbolico

Per approfondire. Tra gli altri approcci teorici - sempre selezionati da Elisabetta Ruspini - entro i quali si sono sviluppati i metodi qualitativi abbiamo visto l'interazionismo simbolico, in particolare la teorizzazione fatta dal sociologo statunitense Herbert Blumer. La teoria dell'interazionismo simbolico - abbiamo sottolineato - ha tra le sue basi concettuali la visione del dello psicologo sociale statunitense George Herbert Mead. La definizione che Mead dà del Sé - nell'opera Mind, Self and Society (University of Chicago Press, 1934) - supera il modello classico psicologico di stimolo-risposta, per arrivare alla individuazione di un processo sociale in cui l'attore sociale agisce in base all'interpretazione che egli dà della situazione in cui è immerso. Per comprendere i processi d'interpretazione simbolica alla base dell'interazione sociale vengono distinti i concetti di "", "Me" ed "Io". Il  dell'attore sociale - secondo Mead - si compone di due momenti: del Me che è il riflesso di come l'individuo si percepisce in base agli atteggiamenti e comportamenti degli altri nei suoi confronti; mentre l'altro momento è l'Io vale a dire la risposta che l'individuo elabora, in termini di azione, in base all'interpretazione del Me. Da una parte, quindi, il Me produce socializzazione dell'individuo, dall'altra l'Io genera elementi di creatività e originalità nell'azione individuali. Lo studio dell'evoluzione del nella crescita degli individui conduce, inoltre, il nostro autore ad introdurre il concetto di "altro generalizzato", come elemento indicativo della maturità del , vale a dire la maturazione di una struttura di risposte comuni e condivise da tutti i membri della stessa comunità.

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