sabato 20 marzo 2021

Tassi di suicidio in Italia

Dati. Studiando Durkheim, non si può che andare a guardare qualche statistica sui tassi di suicidio. Le statistiche ufficiali sui tassi di mortalità in Italia sono diffuse dall’Istat e consultabili principalmente attraverso la piattaforma i.stat, nella sezione navigabile «Suicidi - popolazione di 15 anni e oltre» e per le serie storiche la banca dati scaricabile «Suicidi e tentativi di suicidio serie interrotte 1985-2008»(File .zip). Nel marzo 2019, l’Istat ha pubblicato in rete un volume molto interessante frutto di una collaborazione interistituzionale, dal titolo esplicito «Atlante italiano delle disuguaglianze di mortalità per livello di istruzione», molto ricco di utili informazioni in merito alle disuguaglianze di salute su scala territoriale che tiene conto anche dei divari di istruzione. Notoriamente, per relazioni spurie, più alti livelli di istruzione sono generalmente correlati con valori più alti di aspettativa di vita. Tra le diverse informazioni che il rapporto contiene ci sono anche dati sulla distribuzione territoriale dei suicidi (scarica estratto PDF) da cui si osserva che in merito al rischio di «suicidio e autolesioni intenzionali», nella fascia d’età 30-89 anni, per le donne si concentra esclusivamente al Centro-Nord, con eccessi soprattutto nelle province nord-occidentali e nord-orientali, oltre che in quelle dell’Appennino umbro-marchigiano, mentre per gli uomini si osservano concentrazioni territoriali anche in alcune province emiliane e toscane (Ferrara, Bologna, Siena) e in Sardegna. Il basso titolo di studio è un fattore di aggravamento del rischio per gli uomini (in misura maggiore al 15%), mentre per le donne si osserva un’elevata eterogeneità, legata all’alta variabilità casuale dei suicidi e degli atti di autolesionismo.
Ulteriori informazioni interessanti sono consultabili nella pagina dell’Istituto Superiore di Sanità «L'epidemiologia per la sanità pubblica» (epicentro). Nella sezione «Salute mentale» è consultabile una pagina dedicata a «Il fenomeno suicidario in Italia. Aspetti epidemiologici e fattori di rischio» con indicazioni anche a fonti informative internazionali e un interessante aggiornamento relativo a «Rischio suicidiario e pandemia di COVID-19». Tornando alla teoria sociologica, per approfondire la ricerca di Durkheim sul suicidio e ripercorre la letteratura scientifica successiva più interessante, suggerisco in italiano due letture fondamentali: 1) nella traduzione italiana de Il Suicidio (BRU Rizzoli, 2014) il saggio introduttivo di Roberto Guiducci «L’interpretazione del suicidio da Durkheim a oggi» e quello della traduttrice Rosantonietta Scramaglia «Analisi degli studi successivi a Durkheim»; 2) e il libro di Marzio Barbagli, Congedarsi dal mondo. Il Suicidio in Occidente e in Oriente (il Mulino, 2010).

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