giovedì 18 marzo 2021

Teorie concorrenti alla scuola durkheimiana

Approfondimento. Il lavoro di Émile Durkheim finalizzato al riconoscimento scientifico della sociologia e alla sua istituzionalizzazione come disciplina accademica si realizza non soltanto in un confronto sulle linee di confine con altre discipline – la psicologia, l’economia politica, la storia, la filosofia... – ma anche in concorrenza con altri approcci sociologici alternativi. Tra la fine degli anni ’80 dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento, nel dibattito sociologico francese Durkheim si confronta e polemizza con almeno altre due autorevoli posizioni alternative, riconducibili a Gabriel Tarde (1843-1904) e a René Worms (1969-1926). Il primo – Gabriel Tarde – titolare della cattedra di Filosofia moderna al prestigioso Collège de France di Parigi, è il principale rappresentante di un approccio sociologico microfondato, orientato alla spiegazione dei fatti sociali a partire da aspetti psicologico-individuali, presentando una serie di studi sull’imitazione e l’innovazione, con ambiti di applicazione anche nella psicologia sociale e nella criminologia. Il secondo – René Worms – grande organizzatore e fondatore di importanti istituzioni disciplinari – la Société de Sociologie di Parigi, la Société Internationale de Sociologie e a Revue Internationale de Sociologie – è l’esponente più noto di un approccio organicistico ed evoluzionista allo studio delle società. Per approfondire può essere utile una lettura di un vecchio fascicolo monografico della rivista Revue française de sociologie (1981, 22-3) dal titolo «Sociologies françaises au tournant du siècle. Les concurrents du groupe durkheimien» dedicato appunto – come esplicita il titolo – alle "sociologie" concorrenti a quella del gruppo durkheimiano nel periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento. Si possono consultare in particolare due articoli: «René Worms, l’organicisme et l’organisation de la sociologie» (di Roger L. Geiger) e «Histoire de psychologies sociales perdues. Le cas de Gabriel Tarde» (di Ian Lubek).

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