lunedì 21 maggio 2018

Dall’uomo flessibile all’uomo dominato

Risorse. In una recente intervista, Richard Sennett torna a riflettere sulle trasformazioni del lavoro, a circa vent’anni dalla pubblicazione del libro «L’uomo flessibile». L’intervista viene realizzata nell’ambito del Jobless Society Forum promosso dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Sennett riprende le critiche alle forme di lavoro flessibili e suggerisce di utilizzare le categorie d «dominio» e «repressione» per analizzare le attuali condizioni di lavoro. Considera poi il rapporto tra lavoro e cittadinanza sociale, criticando le interpretazioni che sostengono la possibilità di cittadinanza sociale al di fuori del lavoro. Sennett sostiene infatti il rapporto tra lavoro, produttività e rispetto di sé che dipende dall’idea che si ha della propria utilità. Il punto critico, secondo il sociologo statunitense, è il «controllo del posto di lavoro» e i modi per riappropriarsene da parte dei lavoratori. Passa, infine, a considerare il rapporto tra macchine e lavoro. La robotica digitale sta sostituendo il lavoro burocratico di basso livello, colpendo le classi medio-basse dei lavoratori dei servizi a bassa qualificazione. In conclusione suggerisce un intervento più ampio dello Stato esplicitamente ad arginare il neoliberalismo.


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