giovedì 26 marzo 2020

Divorzio e suicidio nelle società borghesi del XIX secolo

Nota. Nelle analisi statistiche del suicidio anomico Émile Durkheim nel libro Il suicidio osserva che l’instabilità matrimoniale, statisticamente rilevata con l’incidenza percentuale dei divorzi, incide sull’andamento dei tassi di suicidio, ma in maniera diversa per maschi e femmine: l’aumento dei divorzi è associato a più elevati tassi di suicidio tra i maschi divorziati, mentre per le femmine accade l’inverso. Secondo Durkheim ciò è dovuto al fatto che nelle società borghesi moderne nel matrimonio l’uomo trova equilibrio e disciplina, ma anche – grazie alla tolleranza dei costumi, in particolare alla tolleranza verso l’infedeltà coniugale – vi conserva una certa libertà; la donna trova, invece, vi trova più disciplina che libertà. È per queste ragioni che l'uomo divorziato ricade nell'indisciplina, nello scompenso tra desideri e soddisfazione, mentre la donna divorziata beneficia di un'accresciuta libertà che compensa in parte la perdita della protezione familiare. Su questo tema segnaliamo anche il breve articolo del 1906 sul divorzio consensuale Le divorce par consentement mutuel, pubblicato in italiano nel 2009 – Il divorzio consensuale – a cura di Silvia Fornari che nell’introduzione dà conto anche del contributo di Durkheim alla sociologia della famiglia.

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