lunedì 30 marzo 2020

Marianne Schnitger Weber

Approfondimenti. Marianne Schnitger (1870-1954) viene spesso citata, con superficialità, nella storia della sociologia come “moglie di Weber”, ricordata per la sua dedizione al marito Max, per l’attività di pubblicazione degli inediti di «Economia e società» e per la famosa biografia di Max Weber (Max Weber. Ein Lebensbild, 1926). Si sorvola sul fatto che tale contributo alla critica di Max Weber è stato possibile perché la stessa Marianne è stata una studiosa, un’intellettuale e una sociologa, impegnata soprattutto sullo studio della condizione delle donne e dell’emancipazione femminile. Su questa tematica la Weber aprì un confronto diretto con Georg Simmel che per le posizioni espresse risulta ancora rilevante per comprendere il discorso dell’epoca. Nella critica internazionale Marianne Weber viene ormai collocata tra le “madri” dimenticate dal canone tradizionale della storia della sociologia, insieme ad altre come Hariette Martineau, Jane Adams e Beatrice Webb. Resta ancora molto lavoro scientifico e culturale da fare per riportare alla luce il contributo di queste donne alla formazione della disciplina, riconsiderando la tradizionale storia della sociologia novecentesca. Del lavoro di Marianne Weber non è stato tradotto molto in italiano, segnalo però il piccolo, ma utile, libro uscito di recente: La donna e la cultura: questione femminile e partecipazione pubblica, collana «Classici della sociologia» (Armando, 2018) a cura di Barbara Grüning che scrive anche l’introduzione, soffermandosi sul contributo alla formazione di una cultura femminile. La Grüning presenta questo lavoro in una video-intervista a Radio Radicale con Giuseppe Di Leo (14 maggio 2018).

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